Macchie di sangue - 000

Le urla. La cosa peggiore che abbia mai sentito.
No, andiamoci piano. Le mie urla sono la cosa peggiore che abbia mai sentito. Quelle degli altri non fanno altro che riportarle a galla.
Non c'era abbastanza aria da sputare fuori.
Ci penso spesso ora che non mi serve più. Potrei camminare da una riva all'altra del Po se lo volessi (e se non indossassi un Armani, cazzo!) senza troppi problemi. Un bel vantaggio, senza dubbio. Ma almeno una volta a notte mi dico "Prima di morire hai urlato". Vuol dire che non è stata una bella morte. Vuol dire niente letto, niente ultime volontà, nemmeno un fottuto aforisma che potesse essere tramandato ai posteri. Poi mi rispondo che se me la gioco bene sopravviverò alla maggior parte dei miei nipoti e questo un poco mi consola. Fino al prossimo urlo, almeno.

È per quelli come me che hanno inventato le sacche. Fruttini di uomo, mi piace chiamarle. Ogni tanto allungo un centone ad un tizio alla banca e lui scrive su di un foglio che cinque sacche sono da distruggere perchè contaminate da fori. Non è nemmeno una bugia, solo verità retroattiva. Ed è roba di qualità, piena di certificati di sana e robusta costituzione. Ma spesso non basta. Non per effettivo bisogno fisiologico, no. Manca il classico "brivido della caccia" (Dio, come odio i cliché), quel pizzico di adrenalina che entra in circolo in quel pugno di secondi quando tu ti sei stancato di fare la commedia e lei si accorge che ti stanno spuntano le zanne. Quel tanto che basta per rendere il sapore migliore, allo stesso modo della noce moscata per gli chef.
Poi il troppo stroppia, come diceva la nonna: ho conosciuto un tizio una volta che rifaceva il giochino di Stuck in the middle with you per almeno una mezz'ora prima di tagliare la gola allo sfortunato di turno. Diceva che gli piaceva il gusto forte. Contento lui... io quella roba riuscivo appena ad annusarla.
La caccia, dicevo. Anche qui il denaro aiuta, visto che non siamo i fortunati figli di puttana con il bacio alla Lestat. Intendiamoci, ci si arrangia. Ci saranno sempre in giro barboni bisognosi di moneta. Prostitute che non riescono a tirare serata. Se hai abbastanza faccia tosta puoi entrare in un club BDSM e appartarti nel priveé sganciando cinquanta sacchi alla bellona deviata che gode come una matta quando gli stupri il collo.
Sì, stupro. A me ricorda proprio questo. Nessuna poesia, niente momento magico. Solo una violenza fisica costante. Niente gemiti di piacere, nessuna goduria intrinseca. Solo urla e, quando va bene, grida soffocate.
Bél fatt', diceva sempre mia nonna.
Ma lei non doveva fare i conti con quelle urla.